REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
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INTERVISTA A VALERIA PARRELLA
Il secondo appuntamento con “Le relazioni meravigliose” si terrà venerdì 24 febbraio al Teatro Kismet OperA. La rassegna è curata da Nicola Lagioia (Premio Strega nel 2015 con La ferocia, Einaudi); qui abbiamo intervistato il primo ospite, Giordano Meacci, che ha parlato di Bob Dylan; gli appuntamenti successivi sono il 10 marzo con Elena Stancanelli, che si dedicherà alla biografia parlando di Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievic e Limonov di Emmanuel Carrère, e il 20 aprile con Lagioia, che parlerà di Roberto Bolaño.
Valeria
Parrella (1974) vive a Napoli. Ha pubblicato le raccolte di
racconti mosca più balena (2003) e Per grazia ricevuta (2005),
entrambe per minimum fax. Per Einaudi ha pubblicato i romanzi Lo spazio
bianco (2008), da cui Francesca Comencini ha tratto l’omonimo film, Lettera
di dimissioni (2011), Tempo di imparare (2014) e la raccolta di
racconti Troppa importanza all’amore (2015). Per Rizzoli ha pubblicato Ma
quale amore (2010), ripubblicato da Einaudi nel 2014. È autrice di testi
teatrali e da anni si occupa
della rubrica dei libri di «Grazia» e collabora con «Repubblica».
La lettura impone la solitudine e, al suo opposto,
l’eventismo letterario si è rivelato spesso sterile, soprattutto nella forma
della presentazione frontale. Quale valore assume comunicare ad altre persone
la propria passione per determinate opere?
Al Kismet racconterò di due
bei romanzi, speculari, pieni di vita e verità. Con tutto lo stupore di una
persona che scrive e tenta di ottenere le stesse cose, e si fa insegnare
continuamente leggendo…
In qualità di lettrice e scrittrice, quale “dieta”
fra classici e opere contemporanee ritieni che sarebbe consigliabile per un
lettore? Meglio seguire un percorso o essere onnivori?
Se davanti a me ho un
lettore, egli non vuole consigli. Se è un lettore come lo intendo io, cioè uno
che già legge, non vuole storie: sa dove cercare. Potrebbe volere libri gratis,
e allora gli darei quelli che mandano a me per grazia, potrebbe volere sapere
cosa ho sul comodino, e allora gli aprirei la camera da letto, ma certo dentro
di sé già sa dove sta andando.
Nel periodo della sua massima diffusione, il
romanzo era considerato un intrattenimento futile, anche pericoloso: credi che
sia efficace la promozione della lettura o diventare lettori è un processo che
non può essere indotto?
Non so, io ho cominciato a
leggere perché i miei genitori non facevano altro, e ho cominciato a scrivere
perché non c’era altro da fare. Se i libri li vedi, li tocchi, vedi le persone
di cui ti fidi stare con gli occhi incollati lì dentro, diventi lettore. Se
almeno un’anima nella tua vita disgraziata ti riesce a colpire al cuore con una
fase letta da un libro, forse diventi un lettore. Noi speriamo questo.
Quali strategie pensi che potrebbero essere
efficaci per avvicinare i non lettori alla lettura? Credi che ci siano
differenze fra le modalità di fruizione delle storie (cartaceo, digitale, ma
anche film, serie TV, graphic novel…)?
Nessuna differenza
all’inizio: Io ho cominciato con «Topolino», e oggi vedo My Name Is Earl e penso “Che scrittura!”. Poi però il lettore fa un
upgrade, e passa a quel mondo in
bianco e nero bidimensionale in cui è la tua mente a creare una storia unica.
In questo, si condanna alla solitudine.
Bob Dylan, Buzzati, Cassola,
Yourcenar, Carrère, Bolaño; cantautorato, surrealismo, biografia,
“infrarealismo”: quanto è utile etichettare le correnti letterarie, i generi e
definire i confini della letteratura?
Me lo
chiedi perché tu stessa sai che non è importante. Serve ai critici. Ma diceva Carmelo
Bene che un critico è una persona che si è addormentata nel letto di un altro.
a cura di Carlotta Susca
Le relazioni meravigliose @Teatro Kismet OperA: Ingresso 5 euro; info 080 5797667.