REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
COPYRIGHT POOL ASS.NE DI PROMOZIONE CULTURALE - C.F. 91088660724
UNA RIFLESSIONE SULLA SOCIETà CONTEMPORANEA ATTRAVERSO LE NOVELLE DEL BOCCACCIO
Se pensate che i grandi classici siano stati
dimenticati, vi sbagliate. Il Decameron di Boccaccio è stato presentato sotto
forma di messinscena teatrale dal regista Marco Baliani con la presenza di Stefano Accorsi. L’opera, in scena al Teatro Petruzzelli, è stata
seguita da un pubblico attivo e partecipe che ha apprezzato i giochi scenici e
attoriali di Accorsi e la sua allegra brigata. Naturalmente, sono state scelte
alcune delle novelle del Boccaccio, in definitiva sette, che ben trasportavano
il pubblico a riflettere su vizi, virtù e passioni dei tipi umani che non sono
mai stati così vicini a noi, nonostante le novelle del Boccaccio siano state
scritte nel 1351.
Interessante è stata la scelta di
mantenere il linguaggio originario dell’opera, questo perché lo rende più
ancorato al testo originale, ma soprattutto perché lo spettatore, dopo un primo
momento di smarrimento linguistico, riesce a seguire la storia, anche se gli
attori recitano con un italiano ben lontano dal nostro.
La scenografia, curata da Carlo Sala,
era semplice e funzionale. Il carro-furgone colorato, unico elemento di
contemporaneità sulla scena, si apriva e si adattava in base alle esigenze della
novella che stava per essere narrata. I costumi, invece, sono più legati
all’epoca del Boccaccio, quindi sono stati scelti semplici e versatili.
La scelta di costruire uno spettacolo
su Stefano Accorsi è stata la chiave del successo, proprio perché è stato
capace di mantenere alta l’attenzione del pubblico. Salvatore Arena, Silvia Briozzo,
Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo sono gli attori che con
maestria e naturalezza interpretavano i vari personaggi delle novelle.
L’adattamento teatrale e la regia sono
stati curati da Marco Baliani, la drammaturgia da Maria Maglietta e il sapiente
disegno luci da Luca Barbati.
Il senso della
pièce è ben raccolto in questo estratto tratto dalle note di regia: «Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle
del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere
civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le
mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento
dei più deboli, il malaffare.»
A cura di Valentina Robles