REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
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INTERVISTA A NICOLA LAGIOIA
Il quarto e ultimo appuntamento con Le relazioni meravigliose al teatro Kismet di Bari si terrà giovedì 20 aprile con Nicola Lagioia (curatore della rassegna), che parlerà dei libri di Roberto Bolaño. Lo abbiamo intervistato per fare un punto sulla rassegna; qui l'intervista a Giordano Meacci, qui a Valeria Parrella e qui a Elena Stancanelli.
Nicola Lagioia ha vinto il premio Strega nel 2015 con La ferocia (Einaudi); è stato selezionatore della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia, cura la collana di narrativa italiana nichel per minimum fax, è attualmente direttore del Salone internazionale del libro di Torino.
La rassegna che hai curato consiste
nel portare la letteratura a teatro: quali strategie credi siano funzionali a
piegare un contenuto interamente verbale alla comunicazione spettacolarizzata del
palco?
Tutti
gli incontri sono stati diversi fra di loro, il più teatrale è stato quello di
Giordano Meacci su Bob Dylan: ha costruito uno spettacolo con video e inserti
musicali; Valeria Parrella ha adottato un approccio colloquiale; Elena Stancanelli
ha preferito un dialogo con me; io imposterò il mio appuntamento come una lezione
su Bolaño, anche questa con imprevisti, e prevedo che sarà poco teatrale. Mi piaceva
l'idea di lasciare spazio all'improvvisazione: Le relazioni meravigliose è una manifestazione fra teatro,
happening, lezione, con una parte (a dire il vero piccola) di reading; non si
tratta del trasferimento della letteratura sul palcoscenico né di divulgazione,
che è nemica della letteratura. L'idea non era quella di spiegare un libro: la
lettura richiede solitudine, pensavo più a una chiacchierata. Mi piace pensare
che ai presenti sia venuta voglia di leggere i libri di cui si è parlato, ho
avuto l'impressione che anche gli spettatori che non conoscevano tutte le opere
citate ne fossero incuriositi e interessati.
La
risposta del pubblico, in generale, è stata sorprendente: avevo suggerito a
Teresa Ludovico di utilizzare la sala piccola del Kismet, mentre lei, che
conosce il teatro molto meglio di me, ha finto di assecondarmi ma ha messo a
disposizione la sala grande: i biglietti sono andati esauriti sin dal primo
appuntamento. Credo che la forza della manifestazione sia stata quella di
parlare liberamente dei libri, senza intenti didascalici o divulgativi.
Credi che le strategie di promozione
della lettura funzionino o, al contrario, che non si possa indurre qualcuno a
diventare un lettore?
Non
credo nella promozione della lettura: per Le
relazioni meravigliose l'idea era che potesse funzionare l'inserimento di elementi
artistici, che ci fosse un inciampo nell'arte, come per l'appuntamento con
Giordano Meacci. Con questa rassegna non abbiamo fatto divulgazione, il nostro
scopo non era la spiegazione di alcuni libri (critici letterari o musicali
avrebbero potuto avere da ridire): abbiamo invece voluto restituire, ognuno in
maniera propria, l'emotività che veniva mossa dalla lettura o dall'ascolto
degli album; questo tipo di approccio può restituire qualcosa, il pubblico può
venire toccato; per spiegare autori e libri (Dante, Leopardi ma anche Burroughs)
bastano l'università e la scuola. È anche stato positivo non avere la gabbia
dello spettacolo teatrale: i relatori erano liberi di organizzare il proprio
intervento come meglio credevano, avendo come supporto anche solo una scaletta
per non perdersi ma parlando liberamente, senza costrizioni.
Quanto
alla promozione della lettura, in genere si smette di leggere proprio quando si
va a scuola: un po' perché è un periodo in cui si ha altro per la testa, un po'
perché non si riesce a far passare la letteratura per quello che è: una cosa
calda, sconvolgente, viva. La promozione della letteratura funziona quando non
si ha l'obiettivo di promuoverla.
Cosa pensi del rapporto fra la letteratura
e le altre forme con cui vengono raccontate le storie, per esempio le serie TV?
Al prossimo Salone del libro di Torino hai previsto la presenza di produttori
televisivi, qual è il tuo scopo?
Quello
della letteratura e quello delle serie TV sono linguaggi completamente diversi:
le serie televisive stanno imparando a fare ciò che la letteratura fa da due
secoli, utilizzano le stesse tecniche; flashback e flashforward ci sono anche
in Guerra e pace. Al Salone del libro
abbiamo pensato di far incontrare i due settori per vivacizzare il mercato dei
diritti: il mondo cinematografico e televisivo sono sempre alla ricerca di
soggetti dalla letteratura, come ha fatto Kubrick con Doppio sogno di Arthur Schnitzler per girare Eyes Wide Shut, attualizzandolo, come ha fatto House of Cards. Da sempre cinema e letteratura si cercano.
In
Italia non sempre questi mondi si parlano come dovrebbero, per questo abbiamo
pensato di favorire l'incontro; detto questo sono due mondi diversi, che
producono esiti diversi, si pensi a Lolita
di Nabokov e alle versioni cinematografiche: l'esperienza è diversa, i
sentimenti che vengono attivati sono diversi. Cinema e letteratura giocano in campionati
diversi, un film è sempre un'altra cosa.
Bob Dylan, Buzzati, Cassola,
Yourcenar, Carrère, Bolaño; cantautorato, surrealismo, biografia,
“infrarealismo”: quanto è utile etichettare le correnti letterarie, i generi e
definire i confini della letteratura?
Serve
ai critici letterari, al mondo universitario e a noi per facilità: le etichette
"gotico", "poliziesco", "fantascienza" servono
per orientarsi meglio, ma non abbiamo preso generi o stili come punto di
riferimento per Le relazioni meravigliose:
abbiamo chiesto agli scrittori di cosa preferissero parlare in un tempo più o
meno definito; poi gli incontri hanno avuto lunghezza variabile (quello della
Stancanelli è durato molto più del previsto, per esempio).
Nell'organizzazione
della rassegna ho contattato tutti gli autori personalmente per evitare che
alcune scelte si sovrapponessero, ma non è successo. Elena Stancanelli è forse
stata la relatrice che si è orientata maggiormente sul genere, scegliendone uno
a metà fra biografia e fiction; Valeria Parrella si è concentrata sul racconto
dei sentimenti con Buzzati e Cassola, mentre Giordano Meacci si è orientato
direttamente su Dylan e io direttamente su Bolaño. Tutti gli incontri sono
stati diversi fra di loro, e il mio sarà ancora diverso.
a cura di Carlotta Susca
Le relazioni meravigliose @Teatro Kismet OperA: Ingresso 5 euro; info 080 5797667.