REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
COPYRIGHT POOL ASS.NE DI PROMOZIONE CULTURALE - C.F. 91088660724
INTERVISTA A ELENA STANCANELLI
“Le relazioni meravigliose” tornano con il terzo
appuntamento venerdì 10 marzo al Teatro Kismet OperA di Bari: Elena Stancanelli,
sotto il segno della biografia, parlerà di Memorie
di Adriano di Marguerite Yourcenar, Preghiera
per Cernobyl di Svetlana Aleksievic e Limonov
di Emmanuel Carrère.
Pool Mag sta intervistando i protagonisti della rassegna curata da Nicola
Lagioia (Premio Strega nel 2015 con La ferocia, Einaudi): qui le risposte di
Giordano Meacci, che ha parlato di Bob Dylan; qui quelle di Valeria Parrella,
che ha accostato Dino Buzzati e Carlo Cassola. L’ultimo appuntamento si terrà
il 20 aprile con Nicola Lagioia, che parlerà di Roberto Bolaño.
Elena Stancanelli ha vinto il Premio Giuseppe Berto con Benzina, pubblicato da Einaudi nel 1998. Da questo e dal suo romanzo Le attrici (Einaudi 2001) è stato tratto il film Benzina (2001). Il suo ultimo romanzo è La femmina nuda (La Nave di Teseo 2016).
La lettura impone la
solitudine e, al suo opposto, l’eventismo letterario si è rivelato spesso
sterile, soprattutto nella forma della presentazione frontale. Quale valore
assume, invece, raccontare i propri “totem letterari”, comunicare ad altre
persone la propria passione per determinate opere?
La sola cosa davvero imbarazzante è parlare dei propri
libri. Questo sì, lo si vorrebbe sempre evitare. Perché quello che si ha da
dire lo si è detto, perché molti, e io tra questi, provano imbarazzo a
"parlare" di sé. Raccontare
quello che si ama -- peraltro una definizione perfetta del lavoro di uno
scrittore -- è invece sempre piacevole. Quanto alla solitudine, è invece
un'ottima cosa poterla interrompere, per rimpiangerla.
In qualità di lettrice
e scrittrice, quale “dieta” fra classici e opere contemporanee ritieni che
sarebbe consigliabile per un lettore? Meglio seguire un percorso o essere
onnivori?
Bisogna leggere quello che si ha voglia di leggere. Sempre.
Qualunque cosa sia, anche quella che non ha nessun valore letterario. Perché la
lettura è un gesto innaturale, e deve essere impostato. Come tenere un libro in
mano, dove stare seduti o sdraiati, come fare le orecchie alle pagine, in che
modo riuscire a concentrarsi... e questo lo si ottiene con qualsiasi libro,
qualsiasi. La pratica, poi, ci condurrà verso le cose più belle, più importanti.
Ma con calma.
Nel periodo della sua
massima diffusione, il romanzo era considerato un intrattenimento futile, anche
pericoloso: credi che sia efficace la promozione della lettura o diventare
lettori è un processo che non può essere indotto?
Futile è un aggettivo che mi interessa. Meno il sostantivo
intrattenimento. Educare alla futilità mi sembra molto bello. Ne farei un
mestiere.
Quali strategie pensi
che potrebbero essere efficaci per avvicinare i non lettori alla lettura? Credi
che ci siano differenze fra le modalità di fruizione delle storie (cartaceo,
digitale, ma anche film, serie TV, graphic novel…)?
Per educare alla lettura serve trasformare il gesto in
qualcosa che ha a che fare con quotidianità. De-sacralizzarlo. Per questo va
bene qualsiasi libro e ovviamente qualsiasi device.
Bob Dylan, Buzzati,
Cassola, Yourcenar, Carrère, Bolaño; cantautorato, surrealismo, biografia,
“infrarealismo”: quanto è utile etichettare le correnti letterarie, i generi e
definire i confini della letteratura?
Per quanto possa sembrare un'attività scema, è utile. Come
tutte le categorie: è utile che esistano per poterle attraversare, smontare,
ricostruire. Ma senza vincoli non esiste nessuna libertà.
a cura di Carlotta Susca
Le relazioni meravigliose @Teatro Kismet OperA: Ingresso 5 euro; info 080 5797667.