REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
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HERZOG IN VIAGGIO NEL WORLD WIDE WEB
“Il crollo delle galassie avverrà con la stessa, grandiosa
bellezza della creazione”, con questa citazione di Blaise Pascal si apre Apocalisse nel deserto, documentario del 1992 che racconta lo
scenario apocalittico del post guerra del golfo.
Apocalittiche, in un certo senso, sono anche le “fantasticherie”
provocate dall’attuale mondo connesso costantemente alla rete; Herzog racconta,
in 10 episodi: nascita, sviluppo e visioni future di un mondo dominato dalla
presenza di internet, una voce fuori campo intervista i protagonisti di questa
storia e racconta prospettive, speranze, nostalgie, ossessioni, traumi e
patologie legate a internet.
In
questa pellicola sfilano degli improbabili ma iperrealistici attori della
società odierna, tra questi: moderni eremiti che hanno sviluppato una patologia
che li costringe a vivere lontani da radiazioni e dall’elettricità in genere e
che, invece di rintanarsi in casa come Chuck McGill di Better Call Saul, hanno scelto di vivere in aree del tutto prive da
radiazioni, nel bel mezzo della natura, al fianco di altre persone che per
necessità o libera scelta vivono senza l’uso di telefoni cellulari e computer.
È questa solo una delle storie raccontate dal leggendario regista di origini
bavaresi che, con Lo and Behold,
appare in tono minore rispetto ad altri monumenti della sua produzione
documentaria – tanto per citare un paio di pietre miliari: Paese del silenzio e dell’oscurità e Echi da un regno oscuro – ma che rimane un narratore d’eccezione
dallo sguardo fermo e distaccato e dalla voce curiosa e ironica. Herzog si
appassiona agli studi della Spacex che
pianifica la creazione di colonie, una volta esaurite le energie della terra,
su Marte, strategicamente collegato al nostro pianta tramite internet qui, con
un fuori campo provocatorio, il regista manifesta la sua assoluta disponibilità
a partire verso il pianeta rosso, forse per un altro dei suoi “incontri alla
fine del mondo”.
Totalmente immerso nell’attualità è l’incontro con una famiglia
distrutta per la diffusione on line di foto dell’adolescente morta in un
incidente stradale e della conseguente e inevitabile riflessione legata alla diffusione
di immagini private on line e al criminale anonimato che, nella maggior parte
dei casi, garantisce la rete. Madre, padre e sorelle appaiono in una dimensione
asettica e le riprese sembrano allinearsi così, in tono sarcastico, alla
lapidaria affermazione: “internet è una manifestazione del male”.
Tra le potenzialità e le speranze affidate a internet nel suo
imponente sviluppo all’interno della società, nel campo della medicina e della
sperimentazione scientifica, fa capolino sempre uno scetticismo di fondo. Non mancano inquietanti racconti di patologie di dipendenza da
videogiochi e dalla realtà virtuale, raccontati con empatia e lucidità, un tono
che si tramuta in ironia davanti alla realizzazione di soccer-robot creati con l’inutile fine di battere la
nazionale brasiliana a calcio.
In una società in cui i tweet sostituiranno le meditazioni dei
monaci buddisti e saranno in stretta connessione con i nostri pensieri nulla
sembra impossibile, tra ironia e utopia, Herzog ci racconta storie reali che
appaiono sempre sull’orlo della fantasia mescolando, nel racconto filmico, le
carte di realtà e finzione.
«"Il crollo delle galassie avverrà con la stessa,
grandiosa bellezza della creazione”. Be’, forse sembra una frase di Pascal, ma
in realtà sono stato io a coniarla. Mi piace fare cose del genere perché io
sono un narratore, né più né meno, non un tradizionale regista di “documentari”» nulla di
nuovo sul fronte Herzog.
A cura di Marilù Ursi