REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
COPYRIGHT POOL ASS.NE DI PROMOZIONE CULTURALE - C.F. 91088660724
TAZAKI TSUKURU TRA GLI EROI DI MURAKAMI
Murakami è nei suoi topoi. Sottraendoli, la struttura dei romanzi crollerebbe; eppure in ognuno di essi l’orizzonte dell’autore si sposta sia pur impercettibilmente. E così, ne L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, l’argomento ricorrente del suicidio non segna una brusca svolta nella narrazione, né la punteggia; è piuttosto un lungo corteggiamento destinato prima o poi a trovare la sua fine. Ma come ogni separazione, anche questa non è priva di strascichi.
Proprio da un’antica separazione hanno origine gli anni di pellegrinaggio di Tazaki Tsukuru, incolore ingegnere che progetta stazioni ma raramente sale su di un treno. Mancano veri e propri misteri da rivelare, come accade in 1Q84; eppure ciò che è noto ad altri forse non è mai esistito, e continua a sfuggire al protagonista.
La realtà di Tazaki Tsukuru ha la stessa consistenza dei suoi sogni, poiché entrambi sono manifestazioni dall'origine ignota e forse comune. Non è una novità che per Murakami l’immaginario abbia la stessa dignità dei sensi; ma questa volta l’autore non ci domanda di credere a una verità parallela, quanto piuttosto di accettare che l’una e l’altra dimensione confluiscano nel quotidiano, nel tangibile. In questo senso, Murakami sembra operare una saldatura tra Norwegian Wood, uno dei suoi romanzi più realistici, e produzione nettamente più immaginifica; allo stesso tempo, Norwegian Wood viene superato. Se in entrambi i casi gli eventi di gioventù vengono rievocati da protagonisti ultratrentenni, è solo con Tazaki Tsukuru che si assiste a un tentativo di elaborare il passato.
L’ambientazione ordinaria rischierebbe di collocarsi nel banale; eppure nei romanzi di Murakami il quotidiano è imprescindibile. Su L’Indice dei Libri del Mese, la traduttrice Antonietta Pastore spiega che «nella vita succede proprio così, la gente dice e ridice sempre le stesse cose, ripete gli stessi gesti, cede alle proprie manie, e il fatto di rappresentare la realtà senza abbellirla è quello che rende i personaggi di Murakami così vicini al lettore, così umani e veri, le sue atmosfere così familiari e intime». È su questa base profondamente realistica che una narrazione dell’immaginario può innestarsi senza risultare fasulla. È forse perché non si vedono, che i fantasmi di ognuno sono meno reali?
Non è a un banale senso comune che il quotidiano di Murakami ci vuol far approdare, ma alla consapevolezza che basti raccontare – o tacere – una storia per mutarne il corso. E se talvolta si avverte un senso d’incompletezza, come nei dialoghi e nel loro leggero straniamento, non è imputabile a negligenza dell’autore; piuttosto, sembra indicare una scollatura tra la coscienza dell’individuo e la sua rappresentazione. L’autore riconferma la propria onestà nei confronti dei suoi personaggi e dei suoi lettori: a lui come a loro, del tutto in cui sono inseriti continuerà sempre a sfuggire qualcosa.
A cura di Antonella Di Marzio
MURAKAMI HARUKI
L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio
Traduzione di Antonietta Pastore
Einaudi, Supercoralli
pp. 272
€ 20,00