REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
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A SIMPLE LIFE DI ANN HUI
Esponente di spicco della new wave di Hong Kong, Ann Hui firma un’opera nostalgica sullo scorrere del tempo, il ritratto commosso di una vita al capolinea. Basato sulle memorie del produttore cinematografico Roger Lee, che ha coadiuvato Susan Chan in sede di sceneggiatura, A Simple Life narra le ultime fasi dell’intimo e speciale legame tra l’uomo (interpretato ottimamente dal divo asiatico Andy Lau) e l’anziana Tao (una eccellente Deanie Ip, vincitrice della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile all’ultima Mostra di Venezia), collaboratrice domestica, una amah, al servizio della sua famiglia per circa sessant’anni.
Nel corso del tempo tutti i parenti di Roger si sono trasferiti in America, lui è l’unico a essere rimasto a Hong Kong con Tao, che continua a prendersene cura con silenziosa e minuziosa dedizione, come quando era un bambino. Le prime immagini di A Simple Life svelano tra i due un’intesa profonda, contrappuntata da poche parole e tanti piccoli gesti e sguardi.
Anche la scena di un rapido pranzo, pur nella sua estrema essenzialità, restituisce le sfumature di un rapporto che scavalca lo schema serva-padrone per farsi relazione filiale e materna. Un aspetto, questo, che si fa più preminente sul piano narrativo quando, a seguito di un malore, Tao decide di ritirarsi in un ospizio. Roger, quasi smarrito senza la donna, non provvederà solo alle spese per il suo mantenimento, ma soprattutto – per affetto e per gratitudine verso una persona che in qualche modo ha dedicato la sua intera esistenza agli altri con fedeltà e rispetto – tenterà in un certo senso di risarcirla di quello che non ha mai avuto, riservandole una premura e una vicinanza quasi devozionali, accompagnandola fino al tramonto della vita.
Ann Hui con A Simple Life si conferma, così, narratrice appassionata quanto discreta di micro-storie quotidiane ma in possesso di una capacità di racconto che si insinua in una dimensione più larga, in una visione più complessa e globale del mondo. La regia assicura, allo stesso tempo, un prezioso omaggio a una umanità semplice quanto straordinariamente dignitosa, ma è anche, in fondo, la metafora di un paese che muta a velocità sostenuta nel vortice caotico della modernità, polverizzando le sue secolari tradizioni e identità.
A cura di Leonardo Gregorio