REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BARI
N° 31 DEL 11/08/2009
DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE CASELLA
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IL TEATRO MARGHERITA OSPITA LA MOSTRA CHE RIFIUTA L'ARTE TRADIZIONALE
Il teatro, luogo destinato ad esibire forme artistiche, apre il suo sipario all’arte contemporanea. Arte Povera In Teatro è la mostra curata da Germano Celant e Antonella Soldaini all’interno del Teatro Margherita, nuovo contenitore artistico barese.
Nel monumentale Teatro in stile Liberty, dal restauro incompiuto, trovano adeguato spazio le opere degli artisti più rappresentativi del movimento artistico sorto a metà degli anni 60. La definizione di Arte Povera si deve proprio al curatore Celant, il quale riprese l’espressione “teatro povero”, coniata dal regista teatrale Jerzy Grotowski, che definiva il senso dell’inutile e del superfluo.
L’Arte Povera recupera il senso primario degli elementi e dei materiali utilizzati; materiali poveri, quali terra, carta, legno, ferro, scarti industriali. Il ricorso alle installazioni, il rifiuto dell’utilizzo di tecniche e supporti tipici dell’arte “tradizionale”, manifestano l’intento di evocare le strutture originarie del linguaggio della società contemporanea, dopo averne sgretolato le abitudini e i linguaggi conformati. Il recupero del primario, attraverso l’evocazione degli elementi naturali, è una peculiare rivelazione dell’arte povera che trova un pieno riscontro nelle opere esposte.
Il Delfino (1966) del barese Pascali sembra dare forma plastica, attraverso la simbologia dell’animale sacro ad Apollo, agli antichi miti mediterranei. La grande Sfera Di Giornali (1966) di Pistoletto manifesta un’arte che entra fisicamente nel reale, e attraverso l’uso di un materiale da riciclo, dispiega l’evolversi spaziale e temporale che inevitabilmente ci sovrasta. La scultura Alberi di 10 metri (1989) di Giuseppe Penone, allude alla forza naturale, a quel verticalismo che tende al raggiungimento di uno spazio ideale. La Rideau (1989) di Pier Paolo Calzolari è una tenda di piombo e rame alta più di quattro metri, che attraverso una struttura frigorifera, cambia forma e colore ghiacciandosi. L’igloo (1991) di Mario Merz evoca il primordiale bisogno di uno spazio naturale e privatamente interiore. La ricerca continua di Kounellis di cercare un’identità che sfugga al consumismo è evidente nella sua maestosa installazione Senza titolo (2010) composta da ferro, carbone e sacchi di iuta. Sono inoltre presenti opere di Alighiero Boetti, Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Marisa Merz, Giulio Paolini, Gilberto Zorio e Emilio Prini.
La mostra rientra nell’iniziativa più ampia, Arte Povera 2011, ovvero una rete di mostre ospitate nelle diverse istituzioni museali culturali italiane, quali il MADRE di Napoli, il MAMbo di Bologna, Il Castello di Rivoli, lo GNAM di Roma, la Triennale di Milano e il GAMEC di Bergamo.
ARTE POVERA IN TEATRO
A cura di: Germano Celant e Antonella Soldaini
@ Teatro Margherita, Piazza Quattro Novembre, Bari
Dal 15 dicembre 2011 all’11 marzo 2012
da martedì a domenica, 11.00 - 13.00 / 17.00 - 21.00
Chiusura: chiuso i lunedì
Ingresso: libero
Articolo a cura di Leonardo Evangelista